Racconti dal Campo: Trombetta

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01 Lug Racconti dal Campo: Trombetta

Laura Trombetta, cooperante per ASIA 

Lavorare sul progetto di Chamdo non è sempre stato facile…; la cittadina si trova nel cuore del Tibet orientale, lontana 1.200 km da Lhasa e ad altrettanti da Chengdu nel Sichuan, quindi isolata e difficile accesso. Qui ho vissuto per più di un anno lavorando a un progetto di ASIA per la costruzione di un piccolo centro sanitario e di una scuola di formazione per medici in un villaggio poco distante.

L’intera prefettura di Chamdo era, e lo è tuttora, quasi completamente chiusa agli stranieri; ASIA era stata l’unica Ong ad avere avuto il permesso di operare nella regione ed io ero l’unica straniera residente nella cittadina. Questa condizione di isolamento è stata a volte faticosa ma spesso anche divertente perché ero oggetto di curiosità e stupore da parte della popolazione locale, soprattutto dei nomadi tibetani che, non abituati a visi occidentali, rimanevano a letteralmente a bocca aperta quando mi incontravano.

Con l’assistente tibetano e l’autista del progetto avevamo formato un bel team di lavoro, il loro contributo entusiasta è stato essenziale nella riuscita del progetto e la loro gioiosa presenza mi è stata di grande compagnia nella vita quotidiana. I rapporti personali instaurati a Chamdo sono stati infatti una componente significativa della mia permanenza nella regione.

Abitavo non lontano dal monastero Jampaling sulla collina che sovrasta il centro abitato, dove le case tradizionali tibetane, abbarbicate sul pendio, resistevano ai brutti edifici più moderni. La mia era una stanza di pochi metri quadri con il bagno esterno, senza acqua corrente e riscaldata solo da una stufa a legna, una sistemazione decisamente spartana, soprattutto d’inverno, lì rigidissimo, ma che ricordo ancora adesso con piacere e con un po’ di nostalgia. Il mio vicino di casa era un medico tibetano che mi invitava spesso a bere il tè, salato, e a mangiare “momo”; la sua famiglia, che mi ha accolto con generosità e amicizia, è stata un po’anche la mia per tutto l’anno che ho vissuto lì.

Lavorare a Chamdo è stato per me un’esperienza unica e straordinaria. Oltre alla soddisfazione per i risultati ottenuti con il progetto, essermi immersa quasi totalmente nella società locale è stato un grande arricchimento personale, anche in termini di conoscenza e avvicinamento alla cultura tibetana e alla sua unica, antica tradizione spirituale che tanto ha ancora da offrire al mondo contemporaneo.

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