
Nell’ultimo decennio la Mongolia si è contraddistinta per un forte slancio economico, con una crescita del 17% sul PIL annuale. A questo periodo, però, è seguita una forte crisi che ha colpito una fetta di popolazione già in equilibrio precario: i pastori nomadi.
Il rigido inverno e il susseguirsi in alcuni distretti del Paese di episodi di dzud (fenomeno costituito da un’estate molto secca seguita da un inverno molto rigido che lentamente porta gli animali all’indebolimento e, conseguentemente, alla morte), ha portato i pastori nomadi a cercare altre vie di sussistenza e a migrare dalla steppa alle porte di Ulan Bator dove oggi si è costituito un gher district, un affollamento di gher (tipiche abitazioni in legno, pelli e feltro) spesso in condizioni precarie e senza servizi igienici adeguati.
Nel 2016 ASIA, in collaborazione con People in Need e Tavola Valdese, al fine di cercare di mitigare le conseguenze dello dzud per gli allevatori, è intervenuta in 3 dei distretti colpiti (Asgat, Halzan, Uulbayan) della provincia di Sukhbaatar, fornendo 422 pecore, 3.000 balle di fieno e 1 tonnellata di micronutrienti e organizzando training sulla “Riduzione del rischio nei disastri” per 454 persone.
Oggi ASIA sta intervenendo in tal senso con un progetto che prevede: uno studio delle malattie che maggiormente colpiscono il bestiame, analisi del sistema veterinario e delle cliniche della provincia di intervento, training per i veterinari su come intervenire sulle principali malattie individuate, la distribuzione di Kit con gli strumenti per le cliniche veterinarie, prontuari di primo intervento per i veterinari.
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